Fermo il tempo
e non batte più,
spazzo via tutto
nella folla ci sei anche tu.
Spengo le luci,
disattivo il cervello,
stacco la spina,
la giornata è finita.
Arriva il riposo,
finalmente vedo nero,
non svegliatemi per davvero.
Cattychan
13/03/2023
2022/2023
Devo avercelo scritto in faccia
altrimenti non si spiega
come chiunque arriva, mi spezza o mi piega.
Mi si legge in faccia
l’impotenza, la delusione, il dispiacere,
il dolore, la mancanza di rigore.
Adriana e Pina,
io mi allontano, lei si avvicina,
non rispondere, non odiare,
non far fuoco, non tremare,
solo perché ti serve lavorare.
Tieni duro,
andrà meglio in futuro.
Cattychan.
Convivenza
Vorrei parlarti con un abbraccio
invece taccio;
vorrei cantare insieme a squarciagola,
invece sono sola;
vorrei ballare fino al mattino,
invece giochi sul divano;
vorrei scalare le montagne,
ma le tue gambe sono stanche;
vorrei viaggiare in capo al mondo,
invece giriamo solo in tondo;
neanche mi stringi la mano
“fa caldo”;
io ti sto ancora amando,
ma fino a quando?!
Per l’eternità, ci spero davvero,
finché questo amore sarà sempre sincero.
Cattychan
Ho imparato a fermare il tempo:
Ho imparato a fermare il tempo
in un tuo abbraccio caldo e stretto,
o nella calma del mattino
sotto le coperte o il lenzuolino,
nel calore del riposo prolungato
senza sveglia, nessun impegno programmato,
o nella vasca profumata
o nell’auto riscaldata
sotto il sole parcheggiata.
Io fermo il tempo,
ho un grande dono,
e in un lampo mi risveglio
e di soprassalto urlo:
“che ore sono?!”
cattychan
Per Mariella 27/06/2022
Non riesco più a parlare
Nemmeno la mia voce fa più rumore.
Solo silenzio, tutto tace,
scricchiolano i frantumi del mio cuore.
Non abbiamo avuto via di fuga,
tempo di familiarizzare con la paura;
abbiamo solo atteso la fine,
senza speranze, senza preghiere,
senza una lacrima che avrei tanto voluto avere.
Ancora oggi non capisco il motivo
non me lo so spiegare,
è stato un dolore così improvviso,
che non abbiamo saputo cosa fare.
E adesso siamo spezzati, incompleti,
sgretolati, siamo sabbia portata dal vento,
siamo persi in ogni momento.
Non possiamo fare altro che urlare verso il cielo,
perché Dio conosca il nostro lamento.
Lui che ti ha strappata a noi forse la sa
la ragione di questo tormento.
Cattychan
Per Mariella 21/06/2022
Oggi trovo il tempo di fermarmi a pensare
è strano, non smetto mai di correre, di volare.
Sono entrata lentamente dentro l’armadio mio
e soffocando un urlo, ho gridato contro Dio.
Perché lo ha fatto non si sa,
guardandoci negli occhi ci sussurriamo solo “chissà”,
perché sia morta, non lo abbiamo neanche capito,
un dolore, un malore, la corsa in ospedale,
e poi tutto finito.
Il tempo fugace di un saluto al telefono,
senza sapere fosse un addio,
adesso non so più chi sono,
come posso saperlo io?
Siamo solo nuvole spostate dal vento
a Suo piacimento,
siamo aria impalpabile,
onde di un mare insolcabile,
siamo persi, siamo soli, siamo sgretolati
siamo vivi nel ricordo di esserci tanto amati.
Cattychan
Mariella 29/12/2021
Non piangete per me,
non ne vale la pena.
Sarò ancora vicina a te,
ma adesso sono serena.
Respiro da sola, senza tubi e fili,
sono al tuo fianco adesso che piangi,
e lo sarò mentre ridi.
Sono aria leggera, sono spirito,
ti stringo la mano, ma senti solo un brivido;
ti abbraccio, non mi percepisci,
accarezzo ancora la sera i tuoi capelli lisci,
ti guardo dormire, veglio su di te,
parla ancora con me.
Io ti ascolto, ti vivo, tu reagisci,
sii forte, custodisci i nostri ricordi insieme
vivranno per sempre, senza sparire,
ma ora pensa a dormire, prova a riposare,
ti mando cinque baci, non lo dimenticare.
Cattychan
MUOS
Veleno quotidiano
nel fegato
dei niscemesi
che protestano
ininterrottamente
contro questo muostro
di ferro
americano
che li stringe
con la sua mano pesante e pressante.
Orecchie insensibili ai lamenti
rà genti,
occhi televisivi che non vedono manifestazioni e contestazioni
ma solo sacchi di chiodi
pronti a giustificare
eventuali scontri
tra forti e deboli.
Cattychan
Poesia dello studente disperato:
Domenica non te ne andare,
resta qui per farmi studiare,
nessun minuto che passi veloce,
mentre il mondo tace
e io sto qui seduta a far ciò che meno mi piace.
Tra linee di evidenziatori e appunti vari
ancora ci sono concetti che non mi sono chiari.
Notte non arrivare,
dammi qualche ora ancora,
e mentre il quaderno di giallo si colora
io riesco solo ad immaginarmi in una pianura
a zappare la terra scura.
Notte per favore non avere premura,
la luna potrà pure aspettare,
per una volta,
il suo arrivo sempre puntuale.
Notte,
mia cara notte,
tu accompagni sempre il dolce sonno leggero e felice,
di chi non ha pensieri,
di chi su un letto morbido giace.
E io, seduta a questa scrivania,
gioco le sorti di una piccola vita,
la mia.
Cattychan.
Addio, addio, amici addio…
Avrei voluto scrivere una poesia
sulla rottura dell’ultimo filo rosso che mi legava ancora a voi,
ma è accaduto in una giornata qualunque,
in cucina, mentre apparecchiavo la tavola,
e le forbici trinciapollo a portata di mano
mi hanno ricordato quanto facile fosse
tagliare via quella disperata manetta al polso.
Un taglio veloce
insignificante
perché eravate già fuori dalla mia vita
da tempo.
Cattychan