Il valore della parola “casa”

Mentre tornavo a “casa” riflettevo sul valore di questa parola.
“Casa” è quel luogo sicuro, quella tana calda in cui si torna la sera stanchi e si può essere se stessi, quel luogo in cui ci si ripara dal caos esterno. No, per me la “casa” è un luogo di costrizione, il covo delle mie paure e lo scenario dei miei incubi, quel luogo oggetto di vergogna, e neppure si mangia bene.
Camminavo piano per tornare a casa, occhi bassi, un po’ triste, ripensavo a quando dissi a Gaia che ero
“più a ‘casa’ nella sua casa che in quella mia”.
Passi lenti, come mai nella mia vita, nessuna voglia di ritornare e nessuna alternativa valida in cui scappare, non ho più una casa.
E adesso mi trovo nella mia stanza, che non ha una fottutissima chiave per chiudermi al mondo, il mio covo è diventato il bagno, dove passo il più delle ore, l’unico luogo dove chiudersi è lecito.
Questa casa dove il vero caos è dentro, dentro se stessi anche, dove si cerca ogni scusa per fuggire, dove non si trova pace neppure per studiare.
Mi sento molto triste.
Cattychan

Published in: on 27 gennaio 2012 at 20:49  Comments (1)  
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Amore fedifrago

L’amante che ti amò al posto mio
ti diede certamente qualcosa che non sapevo darti io.
Forse un bacio, forse piacere,
urla dolci o emozioni mere,
e non posso odiare lei,
che non fu sirena incantatrice,
perché fosti tu, a pagar la meretrice
con le mie prime, vere, lacrime,
con il mio più forte dolore al cuore.
Resta solo la voglia di urlare
e tornare a respirare
vomitare parole dolorose
ma non cadere nel volgare.
Che possano le mie maledizioni
fare da colonna sonora alla vostra triste storia,
che possa tu annoiarti di lei
e tradirla ancora
quando dell’abitudine tornerà l’ora.
                                                     Cattychan

Published in: on 14 gennaio 2012 at 19:51  Comments (2)  
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Rispolverando un sms per Ignazio

Quanto dice di te la tua libreria?
Quanto la musica che ascolti?
Quanto il tuo cellulare?
La tua macchina?
Il tuo aspetto fisico?
Questa poesia?
Forse tutto, forse poco, forse nulla..
Di certo non dicono quel che urlano i tuoi occhi.
                                                                                    Cattychan

Published in: on 9 gennaio 2012 at 19:55  Lascia un commento  

Francesca

Quando mi guardo allo specchio
Vorrei vedere lei
Coi suoi capelli rossi mossi
E quegli occhi verdi
La sua sfacciataggine, la sua autostima,
Il suo valore,
il mio valore.
Invece vedo una ragazzetta castana,
goffa e viziata,
carina ma mai abbastanza,
stupida,
insicura.
                        Cattychan, o chi per lei.

Published in: on 6 gennaio 2012 at 15:04  Lascia un commento  
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Addio Cristian.

…E con la sostituzione dell’ultima pagina del calendario 2011
si congeda l’estremo perduto ricordo che ho di te
che non sei, ma sei stato.
Quella intestazione,
quel regalo non voluto
dalla paura e dal presentimento che accadesse esattamente ciò.
Addio 2010, addio 2011.
Addio Cristian.

Francesca

Published in: on 4 gennaio 2012 at 12:45  Lascia un commento