Darei la vita per sentirti dire che mi ami… pensa… la mia vita per una tua bugia!! (citazione)

DISPERAZIONE.

Perdere la dignità,

pregarti di restare,

supplicarti di non andare

via

da me,

in ginocchio

piangendo

supplicarti di restare al mio fianco,

anche se non è ciò che vuoi,

anche se non mi ami, se non provi nulla per me,

anche se già appartieni già a un’altra persona.

Io ti prego, in ginocchio di tornare con me,

di non farmi soffrire così, senza te.

Ti scongiuro col cuore impazzito,

prego che tu decida, anche per pietà,

di non lasciare me, stupida, qui in ginocchio,

che ti rivoglio indietro,

anche se non avrò il tuo cuore,

tu hai già preso il mio,

e anche se non ti importa, lo considererò per sempre tuo.

Anche se non mi vuoi, trattami male,

odiami ti prego,

pur di camminare ancora dietro di te mi lascerei fare qualsiasi cosa.

Sono un’animale, sono una stupida cretina,

ma voglio continuare a essere tua,

uccidimi con le tue mani che amo,

con le parole delle labbra che bramo,

con tutto ciò che puoi,

ma continua a provare sentimenti per me,

seppure di odio.

Ne ho bisogno.

   

                                                              Cattychan

 

 

Published in: on 23 giugno 2009 at 16:46  Lascia un commento  

Tagliabalze

 

Lo guardo sorridente, ma con gli occhi di una perdente.

Lo stringo forte, immaginandomi nella dolce balia tra la vita e la morte.

Purtroppo per me sono troppo forte.

Lo avvicino con calma e precisione sul frutto della mia disperazione.

Una volta giunta al limite del derma, resto ferma.

Respiro calmo e rilassato, anche se il momento è delicato.

Poggio un dito sopra quel filo

e con la lama, tirandolo, me ne sto già liberando.

 

                                                                                                      Cattychan.

Published in: on 18 giugno 2009 at 00:15  Lascia un commento  

Concretezza

La gente non capisce, ha bisogno di vedere.

Non può percepire quanto mi faccia male, quanto sia forte il dolore:

a volte non riesco nemmeno a respirare,

e l’unico modo che conosco per calmarmi è scrivere.

Spesso so che dovrei urlare,

dovrei gridare così forte per riuscire a farmi sentire veramente,

ma importerebbe davvero alla gente?

Forse potrebbero capire,

o forse si limiterebbero ad annuire.

Hanno bisogno di vedere le lacrime, di sentire i singhiozzi,

vederti urlare, piangere, gridare,

vederti tremare, prendere a pugni il muro, picchiare duro.

Sfogare la rabbia,

non è più una liberazione personale,

ma un modo per trasformare il dolore in gesti, in qualcosa di materiale,

solo per farsi capire, per farli pentire.

Hai mai pensato al suicidio?

Non per liberarti, per non soffrire, per giungere alla pace eterna di Dio,

ma per lasciarli inermi davanti a quel gesto estremo,

per farli pentire, piangere, disperare,

per fare stare male anche loro,

perché per un giorno saresti stato considerato,

e avrebbero veramente capito.

                                                                         

                                                                                       Cattychan

Published in: on 15 giugno 2009 at 22:36  Lascia un commento  

Avete presente la teoria del piano inclinato?

Avete presente la teoria del piano inclinato? No? Ve la spiego. Se mettete una pallina su un piano inclinato la pallina comincia a scendere, e per quanto impercettibile sia l’inclinazione, inizia correre e correre sempre più veloce. Fermarla, è impossibile. Ma per fortuna gli uomini non sono palline: basta un gesto, un’occhiata, una frase qualsiasi a fermare il corso delle cose. (‘Aldo, scena di "chiedimi se sono felice)
 
Published in: on 12 giugno 2009 at 18:44  Comments (1)  

Se l’avessi saputo prima.

Se l’avessi saputo prima

ti avrei chiesto di mettere una canzone mentre mi dicevi di lei,

così avrei qualcosa da ascoltare adesso

per piangere pensandoti e cantandola.

Ti avrei chiesto di mettere più dopobarba,

per  fare in modo che impregnasse la mia pelle.

Ti avrei chiesto di fare il bagno insieme,

così avrei conservato quell’odore sulla mia pelle

e avrei potuto risentirlo quando volevo,

sarebbe bastato comprare il bagnoschiuma.

Se l’avessi saputo

ti avrei chiesto di fare l’amore con me per l’ultima volta,

di darmi un ultimo bacio,

ma forse è stato meglio non averlo saputo prima

altrimenti non mi sarei più lavata per non lavare via l’odore di te, di noi.

Anche se un noi non c’è più.

 

                                                                                   Cattychan

 

 

 

* E con questa spero di smetterla con il solito argomento… Ci riuscirò? :p Bastaaaaaaaaaaaaa!! ^_^

 

Published in: on 11 giugno 2009 at 15:31  Lascia un commento  

Passaggio di proprietà

Le sue labbra

sporche

sulla tua bocca,

le sue mani

colpevoli

sul tuo viso,

i suoi occhi

felici

guardano ciò che era mio,

ciò che mi è stato rubato con l’inganno.

Le sue unghia

provocatrici

graffiano con passione

il corpo dell’uomo che prima abbracciava me,

il tuo sorriso innamorato

viene goduto

da lei che non ne capisce il vero valore;

il tuo corpo tra le braccia sue,

il piacere che non è più mio.

Goditela questa puttana che si sono passati in tanti,

goditela fin quando non troverà un altro

e quando soffrirai

spero che non soffrirò più per te che soffrirai per lei.

 

                                                                                 Cattychan

 

 

 

 

Published in: on 9 giugno 2009 at 22:17  Lascia un commento  

Confusa

Confusa, la testa che gira, le parole, la tastiera, attenzione alla rima,

confusa, la musica, il vino,

la testa che scoppia, non so dove andare, non so cosa fare,

penso che dovrei vomitare.

Confusa, scrivo parole senza senso, tanto so che dopo le cancello,

e tra il senso di vomito, il ritmo, e il sonno incalzante,

spero solo di non pensare, di non tornare a sentire ancora quel dolore.

Vorrei bere per sempre, annegare nella fuga dal grigiore,

perché sono stanca di vivere questa frustrazione.

Vado a vomitare, sperando di rigettare anche la disperazione.

                                                                                                                                                            Cattychan

Published in: on 8 giugno 2009 at 15:24  Lascia un commento  

FELICE

FELICE

Felice, finalmente.

Facevo fatica a fare follie,

facevo fatica a fiatare,

a fare le feste,

a fregarmene.

Fabbricavo finta felicità,

figurando nella folla con facce false,

con fatica fasciate di focosa femminilità e fermezza.

Fallivo di fantasia,

farfugliavo una fiaba filosofica col finale

“finché alla fine della fioritura il fioraio falciò il fiore ”.

Ferita la mia fedeltà,

fuggii funestamente,

ma franai;

frastornata e fiera, ferocemente, ficcavo nel fegato dei farmaci,

fiduciosa del loro funzionamento.

Fortunatamente ora sfodero la falce,

frantumo i fallimenti,

frusto la mia frivolezza,

e frequento con freddezza  furibonda la fonte della mia follia.

Forse felice, finalmente.

Ma fin’ora frequentemente faccio ancora fatica..

 

                                                            Cattychan

Published in: on 7 giugno 2009 at 18:06  Lascia un commento  

Sogni ed illusioni.

A 6 anni la cosa che mi piaceva più fare era andare nei grandi negozi con mamma e papà: guardavo la casa di barbie che si trovava nello scaffale più alto, sapevo che i miei non me l’avrebbero comprata, ma continuavo a sperare che un giorno l’avrei avuta. Mi accontentavo di giocare con quella grande e lussuosa della mia “amichetta del cuore” che aveva sempre i giocattoli più belli.

 

A 14 anni i miei me la regalarono:  avevo smesso di giocare con le barbie da tempo, ma era costata loro tanti sacrifici e così decisi di tenerla in un angolo della mia stanza. Non me ne fregava nulla in realtà, avevo speso anni della mia vita a guardarla dal basso con occhi sognanti e adesso la guardavo dall’alto indifferente. In fondo i miei volevano solo farmi felice, ma non capivano che la bambina stava crescendo.

 

A 16 anni la regalai ad una cuginetta appena arrivata, perché quando le mie amiche venivano a casa mia mi prendevano in giro. Al posto della casetta adesso c’era una pila disordinata di cd rock, che ascoltavo a musica alta quando i miei non erano in casa. Non avevo più sogni. Cercavo di vivere la vita che gli altri volevano che vivessi.

 

A 18 anni gli esami. Un sessanta che a me parve come un calcio in culo per buttarmi fuori dalla scuola. Sognavo di viaggiare, di girare il mondo con uno zaino in spalla, di trovare l’uomo della mia vita in una discoteca, e discoprire l’amore vero.

 

A 19 anni mi ero illusa di averlo trovato, un uomo che mi prendeva, che mi scioglieva con un solo sguardo, un vero uomo forte, del quale mi innamorai subito non appena i miei occhi incontrarono i suoi. Mi illusi di essere ricambiata, questione di poco e scoprii che non meritava di essere definito “uomo”. Era solo uno dei tanti cretini, e per lui io ero solo una delle tante cretine.

 

A 20 anni non lavoro, non viaggio, non sogno, non vivo.

 

                                                                                                                   Cattychan

Published in: on 7 giugno 2009 at 01:08  Lascia un commento  

Quello che ti meriti

Quello che ti meriti

Meriti quella donna che ha tradito il suo uomo per te,

meriti quella donna con cui hai tradito anche me.

Credi che ti possa amare veramente?

Che il suo cuore possa battere solo ed esclusivamente per te,

per sempre?

Non pensi che possa farlo di nuovo,

con un altro uomo?

Spero lo farà, così capirete

entrambi

come ci si sente.

Ma prima dovrai innamorarti perdutamente,

al punto di potere dare la vita per lei,

al punto di cambiare anche nei profondo chi sei…

Ti amo ancora così tanto, anche se non dovrei.

                                                     

                                                                        Cattychan

 

 

citazione: "spero tu non possa mai dedicarmi una poesia come questa…"

Published in: on 6 giugno 2009 at 01:55  Lascia un commento