ho lasciato

ho lasciato che le loro parole mi colpissero,
ho lasciato che mi deridessero,
in silenzio, ho sopportato,
mentre la mia anima veniva lacerata dai loro insulti,
dalle loro beffe, dalle loro lingue taglienti,
dai loro occhi fieri che dall’alto mi scrutavano e mi giudicavano.
ho atteso in silenzio,
ho sperato nell’ombra,
ho pianto nel buio.
ho lasciato che le loro voci disturbassero le mie orecchie,
senza cercare di difendermi, senza battermi per un pò di rispetto,
li ho ignorati,
pensavo di farcela,
ho finto di credere che non esistessero,
ma sentivo le ferite, sentivo i loro occhi su di me, sentivo i loro giudizi, la loro malignità
che lentamente uccideva il mio cuore stanco.
ho lasciato loro la soddisfazione di vedere il mio viso sporco di lacrime,
di sentire la mia tristezza,
ho sperato che mi lasciassero in pace, che facessero silenzio, che si dimenticassero di me,
ho sperato che cambiassero nei miei confronti, ho confessato segreti, ho amato, ma nulla…
non cambiavano, e io non reagivo, immobile e arresa attendevo una pace, un pò d’indifferenza,
ma non è arrivata.
e allora ho deciso di non combattere contro di loro,
ma ho combattuto contro me stessa, diventando come loro, come mi volevano.
sentivo che se fossi diventata come loro forse sarebbe cambiato qualcosa.
sono cambiata io. e non so se è un bene,
perchè adesso guardo coi loro occhi, parlo con le loro parole, e mi faccio schifo
perchè non riesco più a tornare indietro.
 
Cattychan
Published in: on 27 giugno 2007 at 23:45  Comments (2)  

poesiola: aspettavo

Aspettavo e il tempo passava,
aspettavo e immobile attendevo,
aspettavo e desideravo tornare indietro.
Aspettavo ma tu non tornavi,
ogni squillo, ogni foto,
ogni oggetto mi ricordava com’era bello stare con te,
ma aspettavo, senza fare nulla,
solo chedendomi perchè
senza cercare soluzioni,
solo ricordando sentimenti ed emozioni vissute insieme.
aspettavo senza parlare, senza reagire, senza gioire, senza pregare,
aspettavo e riuscivo solo a sperare
che tu avessi avuto la forza, la pietà, la bontà e la pasienza
di tornare da me. per sempre.
Ma il tempo è passato,
dalla mia porta non sei più entrato,
i miei ricordi cominciano a sbiadire,
quella tua chiamata non l’ho più ricevuta,
e il mio orgoglio mi ha impedito di prendere iniziative.
adesso il mio cuore è stanco, rassegnato e sconfitto,
la mia anima è morta,
e il mio orgoglio è più ferito adesso di quando avrei dovuto ucciderlo per cercarti e pregarti.
 
Cattychan
Published in: on 17 giugno 2007 at 14:37  Lascia un commento