Apro i libri per studiare la mia ultima materia,
la prima per cui fui rimandata.
Evidenziature sbiadite,
parole dal suono conoscente
ma troppo lontane dalla mia memoria
per far sbocciare un ricordo nitido e trasparente.
Uno scontrino tra le pagine rievoca una scena,
volti, situazioni e luoghi
conosciuti e persi.
Appunti sparsi,
scritti con la matita appuntita
di una studentessa diligente.
Un foglio a quadri,
poi uno statino:
anno in corso, primo.
Inutilizzabile, carta da riciclare.
E infine 600 pagine
ignote o ignorate,
o forse solamente dimeticate.
Cattychan