Sarebbe bellissimo…

Sarebbe bello poter creare uno schema della mia vita, sottolineare ed evidenziare le lezioni imparate, cerchiare i nomi più importanti, tagliare le futilità, diramare dal fulcro dei riquadri con avvenimenti, date, ricordi. E studiare le percentuali di riuscita di delle scelte, basandole sul passato, ricordandosi della speranza e del piacere che danno le novità, attese o inattese. Sarebbe bellissimo calcolare gli imprevisti, far partire da una casella due belle liniette: una si, l’altra no; calcolare cosa conviene, cosa causerebbe, cosa mi converrebbe, cosa mi farebbe crescere di più, cosa succederebbe a causa di quella maledetta freccia in più. E poi collegare la mappa a mille altre mappe, prevedere urti, danni, fregature. Quante scelte sarebbero giuste a quel punto, e quante sbagliate? E la bassa percentuale dei rischi, non renderebbe tutto troppo monotono e trementamente suscettibile ad un minimo cambiamento? Basterebbe una folata di vento ad annientarmi, avendo escluso la sofferenza dai miei schemi, ogni minimo dolore sarebbe devastante. Allora è meglio soffrire e caricare sulle mie spalle il peso delle mie scelte e delle mie decisioni? Forse basterebbe adesso una folata di vento per farmi aprire gli occhi, o per distorcerli da tutte queste mappe mentali che sto creando per resistere agli urti. Ciò che so per certo è che ci sono cose che non voglio razionalmente, e che non devono accadere, perchè finchè non ci sarà quella maledetta folata di vento io cercherò di seguire quei fottutissimi schiemi. Se abbiamo una testa per ragionare, e non siamo animali dettati solo dall’istinto, un motivo ci sarà.

Dalla vostra Cattychan.
Published in: on 30 novembre 2009 at 23:12  Lascia un commento  

Ricordo

Attraversare un ricordo

                   ed in un secondo

                               ricordare tutto

                                        ed elaborare il lutto.

 

                                                                        Cattychan

 

Published in: on 22 novembre 2009 at 21:53  Lascia un commento  

Dal Lo Duca

Possiamo dire una cosa disegnando, cantando, mimandola, recitando, ammiccando, additando, e con parole; possiamo dirla in inglese, in cinese, in turco, in francese, in greco, in piemontese, in siciliano, in viterbese, romanesco, trasteverino, e in italiano; possiamo dirla in una sintassi semplice, per giustapposizione di proposizioni, o con una sintassi contorta e subordinante; con parole antiche o nuove, nobili o plebee, usate o specialistiche; possiamo dirla come uno scienziato o un poliziotto, un comiziante o un cronista, un gruppettaro o un curato di campagna; possiamo gridarla, scriverla a caratteri cubitali o in appunti frettolosi – possiamo dirla tacendo, purchè abbiamo veramente voglia di dirla e purchè ce la lascino dire.
 
Dal libro: Lingua italiana ed educazione linguistica, tra storia ricerca e didattica. Di Maria Lo Duca
Published in: on 6 novembre 2009 at 13:57  Lascia un commento